Ricordo ancora, con qualche tremore, il primo giorno in cui sono entrata in un supermercato a Eindhoven. Cercavo di rassicurarmi e fare training autogeno dicendomi che un paese cosi' colto e aperto alle lingue avrebbe avuto le etichette scritte almeno in inglese. Ecco, mi sbagliavo. Dopo aver imparato alcune parole chiave (senza glutine si scrive glutenvrij, grano e' tarwe, pollo e' kip), mi sono affidata a quel pochissimo francese che conosco e alla sua somiglianza con l'italiano per capire. Un giorno ho portato a casa una minestra - senza glutine - e solo quando l'ho aperta ho scoperto che si trattava della famosissima Erwtensoep, ovvero la zuppa di piselli con carne, piccante e affumicata. Immangiabile!
I primi giorni a Eindhoven non riuscivamo neanche a trovare un supermercato. Poi, chiedendo, abbiamo scoperto che i piu' famosi e diffusi sono Albert Hein (di fascia alta), Jumbo (medio alta), Em-Té (medio bassa), insieme a quelli "conosciuti", come Lidl, Aldi, Spar. Ovviamente, paese che vai, orari di apertura che trovi: dopo lunghe ricerche su internet, sono riuscita a scovare questo utilissimo sito che indica orari di apertura e chiusura di tutti i supermercati di Eindhoven, incluse le aperture e chiusure in caso di festa. Lo allego per il bene comune: http://www.opentot.nl/Supermarkt/Eindhoven.
Comunque, ora che ho una certa dimestichezza con la lingua (non esageriamo, pero' so chiedere mezza pagnotta di pane integrale) mi sto adattando a questo nuovo modo di fare la spesa. Che ha i suoi pro.
Primo fra tutti, nei grandi supermercati c'e' sempre un angolo dove far giocare i bambini. Nel piu' grande Albert Hein di Eindhoven, a Woensel, c'e' addirittura una stanza con giochi (touch screen, puzzle, costruzioni), oltre a tavolini, sediole e lavagne per colorare. Nello Jumbo di Mierhoven c'e' una piccola palestra, con i "sacchi" dei pugili, un piccolo scivolo e delle scale. Nello Jumbo vicino a casa mia c'e' un tavolino con alcuni giochi, accanto a una panchina per i genitori/nonni. Inoltre, in tutti questi posti si puo' prendere il caffe'. Gratuitamente. E palloncini per i bimbi.
Ma la cosa che mi piace di piu' (sia per il portafogli, che per l'ambiente) e' che, all'interno dei negozi, si trova una macchina, simile a un distributore di bevande, che funziona "al contrario": al suo interno si depositano le bottiglie di plastica da 1,5 litri e quelle di birra. E si ricevono 25 centesimi per la plastica, e 10 per ogni vuoto di birra. Portando lo scontrino alla cassa, si puo' avere uno sconto sulla spesa o il corrispettivo in contanti. Cosi' la plastica si ricicla, e il vetro si riusa. Piu' semplice di cosi'...
Da non trascurare, poi - sempre nell'ottica del risparmio, e verso l'eliminazione dei sacchetti di plastica - che all'entrata dei negozi si trova sempre un contenitore, di solito rotondo, dentro al quale si possono lasciare le buste vecchie. Cosi', chi ne ha bisogno, le prende e le utilizza. In piu' sono a disposizione i cartoni vuoti di frutta e verdura, da usare per portare la spesa a casa. Due volte al mese, la carta va lasciata fuori dalla porta di casa per la raccolta differenziata.
I contro, ovviamente, sono la lingua in cui sono scritte le etichette, la quasi totale mancanza di prodotti senza glutine (per me e' un problema serio!), la relativa mancanza di scelta (con l'eslusione del pane e delle birre!), e i prezzi alti. Ma ce la posso fare...
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