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sabato 25 agosto 2012

La (dis)educazione dei bambini in Olanda - part 5

Eureka! Alla fine ho trovato un asilo per il mio bambino. Ovvero, un posto dove mi sento sicura di lasciare il mio prezioso tesoro, fosse anche per poche ore a settimana, in mano a dei completi estranei. La scelta e' ricaduta su Korein Kinderplein, vicinissimo a casa. Ero stata a parlare con il responsabile dei bambini dai 4 anni in su a marzo (qui il resoconto), ed ero rimasta colpita dalla loro serieta' e varieta' di approcci allo sviluppo del bambino. Dopo aver sbrigato le pratiche burocratiche (uno dei problemi dei Paesi Bassi...), sono andata nuovamente a parlare con i responsabili della scuola. La gentilissima Vivian (tra l'altro anche bella!) mi ha fatto fare il giro della scuola e mi ha mostrato la classe dove sarebbe andato Leonardo, oltre a presentarmi le maestre, due giovani ragazze sorridenti e gentili.

Tutto stabilito, ho atteso con ansia il primo giorno. Che, puntualmente, e' arrivato. Giorni prima avevo iniziato il training autogeno (per me, soprattutto), dicendo a Leonardo che sarebbe andato a scuola, che avrebbe conosciuto nuovi bambini, che si sarebbe divertito, che avrebbe imparato tante cose--la piu' importante, l'olandese-- e che la mamma, alla fine delle 3 ore, sarebbe andata a prenderlo puntuale. Gli ho spiegato altre volte come sarebbe stata la sua giornata, sperando in un primo giorno sereno per tutti.

sabato 14 aprile 2012

La (dis)educazione dei bambini in Olanda - part 3

Terzo round con gli asili in Olanda. Non si ferma la mia ricerca di un posto in cui poter lasciare, per tre ore al giorno, e per qualche giorno a settimana, la mia bestiolina ombrosa. Trattandosi della persona piu' importante nella mia vita, e' ovvio che cerchi il posto migliore per farlo giocare in tutta serenita' e tranquillita'. E considerando che tutto si svolgera' in olandese (lingua che lui, per ora, non capisce), e che Leonardo e' abituato a passare insieme a me gran parte della giornata, voglio essere sicura di lasciarlo in mani sapienti, evitando al massimo traumi e dolori. Per lui e per me. 

Appena arrivati, Leonardo si mette subito a giocare con quello che trova (alla sua eta' e' ancora difficile intrattenere rapporti con gli altri bimbi), ma tutto si svolge bene. Io parlo con la maestra, lui si diverte a costruire torri di costruzioni che poi, immancabilmente, distrugge. Tutti i bimbi presenti sono piu' grandi di Leonardo, ma le classi sono miste. Gentilmente, la maestra mi spiega come si svolgono le giornate, quali sono le attivita' per i bambini e come si cerca di farli partecipare attivamente alla routine giornaliera dell'asilo. Intanto, Leonardo e' entrato dentro una casetta di legno e si diverte a chiudere e aprire la porta. Ma come attirati dalla piccola preda, quattro bambini si mettono dall'altro lato della porta e gli impediscono di aprirla. Lui la prende con filosofia, gioca e poi si distrae cercando altro. E' evidente, pero', che ai quattro bimbi questo non va bene. Gli si mettono intorno e gli tolgono, a turno, tutti i giochi che lui riesce a prendere. Ma, sempre con estrema nonchalance, Leonardo si gira e cerca altro. A un certo punto, due di loro si dicono qualcosa, e mentre uno blocca il mio bimbo a terra, l'altro lo prende a calci. Le maestre, serafiche, non intervengono (poco prima una delle due tirocinanti aveva sedato una rissa tra due bambini, ma solo dopo il pianto). Io, a quel punto, parlo. E dico NO nella direzione dei bambini violenti che, ovviamente, capiscono il tono delle mie parole e si fermano. A quel punto, e SOLO a quel punto, la maestra che parla con me dice qualcosa alla tirocinante.

lunedì 9 aprile 2012

Asilo nido, questo sconosciuto.

Mentre la mia bestiolina ombrosa dorme (eheh!), mi metto al lavoro sulla ricerca dell'asilo nido, o childcare. 
Allora, per prima cosa noi non rientriamo tra le famiglie che possono ricevere aiuto dal governo in questo campo. E va bene, e' giusto cosi'. Ora che il problema della casa e' risolto, e' ora di trovare un asilo. La bestiolina comincia a parlare ora, e quelle poche cose che dice le esprime in italiano. Ovvio. Pronuncia anche qualche parolina in inglese (da quando e' piccolissimo ha visto solo cartoni nella sacra lingua di Albione). Visto che siamo a Eindhoven, ci piacerebbe che potesse imparare olandese e inglese. Piu' l'italiano. Troppa confusione? Probabile, ma se rimarremo a vivere qui Leonardo dovra' poter socializzare con amichetti olandesi, oltre che inglesi. E visto che nessuno parla olandese in casa, abbiamo bisogno del nido. Cosi' che anche io possa avere tempo per studiare questa difficilissima lingua.