Lo so, lo so, quando si vive all’estero si critica facilmente la propria patria e bla bla bla. Ma oggi ho letto una notizia che mi ha dato il voltastomaco. Il neoeletto presidente dell’unione delle Provincie italiane (Upi), Antonio Saitta, ha dichiarato che a breve le Province italiane decideranno di spegnere i riscaldamenti nelle scuole e l’aumento delle vacanze. Misura, questa, presa per “protestare contro i tagli di 500 milioni decisi con la spending review”.
Allora, fatemi capire, perché mi sembra che qualcosa stia sfuggendo seriamente di mano a tutti. protestare contro la spending review fanno pagare sulla salute e sul futuro degli studenti? Perché l’onorabile presidente Saitta non ha pensato, ad esempio, a tagliare il proprio ricco stipendio, o quello di uno dei 1.117 consiglieri provinciali – e basterebbe anche solo della metà – per tirare fuori i soldi necessari e garantire il riscaldamento, oltre che scongiurare la chiusura delle scuole per mancanza di fondi? È mai possibile che vengano decisi tagli sul numero delle provincie italiane per RISPARMIARE e immediatamente una persona, presidente di un ente che unisce degli enti considerati “inutili” e troppo numerosi (sono 110), dia alla stampa una dichiarazione del genere? In quale paese civile potrebbe mai accadere una cosa del genere? Vedete anche voi l’assurdità della cosa, o sembra così lampante a me, che in Italia non vivo più?
Potrebbe replicare, il presidente Saitta, dicendo che anche i parlamentari dovrebbero tagliare i propri stipendi. Ma qualcuno vuole cominciare a fare qualcosa, o vogliamo aspettare di fare una brutta fine? Credete veramente che il candidato Romney avrebbe mai detto: “Se votate per Obama, ci farà fare la fine della Francia?”
Ho letto in rete della rabbia dei cittadini costretti a fondere la propria provincia con un’altra. Quindi finché bisogna lamentarsi che c’è la crisi, che non ci sono i soldi, che la gente fa fatica ad arrivare a fine mese, va bene. Quando si cerca di risparmiare dei soldi allora si tira fuori il campanilismo?
Fine delle polemiche.
Allora, fatemi capire, perché mi sembra che qualcosa stia sfuggendo seriamente di mano a tutti. protestare contro la spending review fanno pagare sulla salute e sul futuro degli studenti? Perché l’onorabile presidente Saitta non ha pensato, ad esempio, a tagliare il proprio ricco stipendio, o quello di uno dei 1.117 consiglieri provinciali – e basterebbe anche solo della metà – per tirare fuori i soldi necessari e garantire il riscaldamento, oltre che scongiurare la chiusura delle scuole per mancanza di fondi? È mai possibile che vengano decisi tagli sul numero delle provincie italiane per RISPARMIARE e immediatamente una persona, presidente di un ente che unisce degli enti considerati “inutili” e troppo numerosi (sono 110), dia alla stampa una dichiarazione del genere? In quale paese civile potrebbe mai accadere una cosa del genere? Vedete anche voi l’assurdità della cosa, o sembra così lampante a me, che in Italia non vivo più?
Potrebbe replicare, il presidente Saitta, dicendo che anche i parlamentari dovrebbero tagliare i propri stipendi. Ma qualcuno vuole cominciare a fare qualcosa, o vogliamo aspettare di fare una brutta fine? Credete veramente che il candidato Romney avrebbe mai detto: “Se votate per Obama, ci farà fare la fine della Francia?”
Ho letto in rete della rabbia dei cittadini costretti a fondere la propria provincia con un’altra. Quindi finché bisogna lamentarsi che c’è la crisi, che non ci sono i soldi, che la gente fa fatica ad arrivare a fine mese, va bene. Quando si cerca di risparmiare dei soldi allora si tira fuori il campanilismo?
Fine delle polemiche.
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